L’alimentazione del gatto. Capire le etichette
The food of the cat. Understanding labels
Ai più coscienziosi tra noi sarà capitato di attardarsi nella corsia del supermercato del cibo per gatti e dare un’occhiata agli ingredienti riportati sulle etichette dei bocconcini preferiti dai nostri tesorini. C’è un mucchio di roba che viene aggiunta al cibo per gatti e probabilmente vale la pena dedicare un po’ di tempo a studiare quello che c’è davvero e soprattutto perchè.
La Pet Food Manufactures Association (PFMA) è la principale associazione commerciale di categoria che rappresenta l’industria degli alimenti per animali domestici nel Regno Unito. Gli scopi dell’associazione sono quelli di promuovere un cibo sicuro, nutriente e appetibile a un prezzo ragionevole. Ci sono più di cinquanta singole leggi sulla produzione e la vendita del cibo per animali domestici, che riguardano:
– etichettatura
– uso degli additivi
– sostanze contaminanti
– uso di sottoprodotti di origine animale
– encefalopatia spongiforme bovina (ESB)
– scelta degli ingredienti
La PFMA afferma di usare le parti degli animali macellati non idonee per l’alimentazione umana, come ad esempio il sangue, le ossa, le zampe e il cuore. Quindi, nel cibo per animali destinato alla vendita nel regno Unito, non vengono utilizzate carni che non sono tradizionalmente consumate dalla popolazione britannica, e cioè cavallo, balena o altri mammiferi marini.
Oltre alla carne, il cibo per animali domestici contiene oli, grassi, vitamine, minerali e carboidrati, che danno volume. La quantità e il tipo di carboidrati variano a seconda della qualità complessiva del prodotto. Il riso bianco, ad esempio, è altamente digeribile per i gatti, ma altri cereali devono essere trattati. Molte marche economiche usano grandi quantità di riempitivi a base di carboidrati, in particolare nel cibo secco. Essendo i carboidrati essenziali nella produzione di cibo secco per gatti, la qualità di questi ingredienti è di primaria importanza. Alcuni marchi, per compiacere le nostre convinzioni sulla “buona nutrizione”, pubblicizzano ingredienti vegetali (per esempio le carote) che tuttavia hanno poco valore nutritivo ed è quindi meglio utilizzarle come riempitivo nei cibi destinati ai gatti obesi.
Le etichette dei cibi per animali devono indicare la specie a cui il prodotto è rivolto, le istruzioni su come somministrarlo, il contenuto (ad esempio: 35% di proteine). Ciascun ingrediente deve essere elencato in ordine decrescente di peso, perciò è molto importante controllare che la carne sia il primo prodotto dell’elenco.
Se l’umidità è maggiore del 14%, allora deve essere fornita anche l’esatta percentuale. E’ importante confrontare i prodotti in base all’analisi della parte secca, poichè questa varia enormente a seconda dell’acqua presente. Inoltre, se un alimento viene definito “al manzo”, deve contenere un 70% o più di manzo. Se invece viene definito “a base di manzo”, il produttore è obbligato a includere solo il 10% di manzo. Se l’etichetta recita invece “Cibo per gatti con manzo” (che può dare l’idea di essere molto appetitoso), il contenuto di manzo si riduce ad un misero 4%. Dio non voglia che l’etichetta riporti la scritta “al sapore di manzo”, perchè in quel caso nessuno obbligherebbe il produttore a includere manzo nel suo cibo per gatti.
Stanno peraltro aumentando i prodotti che all’apparenza sembrano quelli definitivamente “genuini”: dopotutto, contengono bocconcini di vera carne e vero pesce. Ma attenzione, perchè a meno che questi prodotti non siano stati arricchiti, troverete scritto sull’etichetta “alimento complementare”, anzichè “completo”: perciò non pensate di poterli somministrare come pasto regolare perchè non contengono tutte le sostanze nutritive necessarie.
Ecco alcuni dei termini più comunemente usati per gli ingredienti:
Sottoprodotti di origine animale
Includono materiale fresco o congelato non trattato proveniente da un macello, e materiale trattato, come farina di sangue, farina di carne e farina di ossa.
Antiossidanti
Impediscono la crescita di batteri e sono usati come conservanti. Spesso vengono aggiunti antiossidanti naturali come le vitamine C ed E, che hanno anche benefici nutritivi.
Coloranti artificiali
Sull’etichetta può esserci un lungo elenco con molte E seguite da numeri o anche i nomi di certi coloranti. Pare che la presenza di coloranti artificiali negli alimenti provochi iperattività nell’uomo, ma non si dispone di dati sulle reazioni nei gatti.
Ceneri
Questo è un termine usato per definire il contenuto minerale del cibo determinato chimicamente quando il prodotto viene bruciato. Il produttore è obbligato per legge a fornire questa infornazione nell’etichetta del cibo per animali.
Polpa di barbabietola
E’ il residuo essiccato delle barbabietole da zucchero proveniente dall’industria dello zucchero, che viene usato come fonte di fibre per coaudiuvare la digestione e prevenire la formazione di palle di pelo.
Zucchero di barbabietola, sciroppo di mais, melassa
I gatti non sono in grado di sentire i sapori dolci, ma gli zuccheri spesso vengono aggiunti al loro cibo per renderlo più umido e modificarne la consistenza. C’è un generale aumento nell’incidenza del diabete tra i gatti e questo potrebbe essere collegato all’aumento degli zuccheri nel cibo per gatti.
BHA, BHT, etossichina e gallato di propile
Sono dei conservanti chimici che è meglio evitare. Purtroppo spesso sulle etichette c’è scritto solo “contiene conservanti autorizzati CEE” o “contiene antiossidanti autorizzati CEE”.
Sottoprodotti dei cereali
Includono il grano, il riso, l’avena, il mais e il sorgo.
Cereali
Si tratta di cereali integrali, come il riso integrale e l’orzo, che sono facilmente digeriti dai gatti.
Coloranti
Fungono da conservanti.
Emulsionanti
Anche questi sono conservanti.
Farina di pesce
Ottenuta con pesci di taglia piccola e scarti della lavorazione del pesce.
Carne
Col termine “carne” si intende qualunque parte di qualunque animale o volatile comunemente usato per il consumo umano (muscolo, grasso, pelle, cuore, pancreas, coda, lingua, ecc.).
Sottoprodotti della carne
Si intendono le interiora (fegato, reni, intestino), il sangue, le ossa, la testa, le zampe e carcasse di piccoli animali (per esempio il coniglio). I sottoprodotti, come ad esempio il “sottoprodotto del pollo”, sono componenti accettabili nella dieta di un gatto, ma non dovrebbero costituirne la fonte principale di proteine, perchè non sono tutti digeribili allo stesso modo.
Derivati della carne
Si tratta di prodotti, principalmente grassi e farine, ottenuti da residui della lavorazione della carne sottoposti a rendering. Alcune etichette riportano semplicemente la dicitura “carne e derivati”. Può essere indicata la pecrentuale di un tipo di carne (per esempio 4% pollo).
Plastificanti
Controllano il pH del cibo e modificano il pH dell’urina.
Questo non è affatto un elenco completo, ma vi dà un’idea della complessità delle informazioni spesso in conflitto tra loro che troverete in giro.
Assicuratevi sempre di comprare un cibo per gatti su cui è riportato un numero verde per contattare direttamente il produttore ed esprimere qualunque preoccupazione possiate avere riguardo al contenuto dei suoi prodotti. La maggior parte delle aziende più grosse ha dei siti web con informazioni dettagliate sui loro prodotti.
E potete condividere le vostre preoccupazioni con il veterinario.
Tratto da Vicky halls, La Bibbia del gatto, L’ultima parola sul mondo felino, 2008.
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