Le erbe dei gatti
Diverse specie di felini rimangono inebriati dopo aver mangiato o masticato foglie di alcune erbe.
Il caso più conosciuto è forse quello dei gatti e dell’”erba gattaia”, la Nepeta cataria, una comune erba, che però non va confusa con l’erba per gatti comunemente venduta nei negozi di animali, che è un insieme di graminacee, la cui masticazione induce il vomito nei gatti e ne purga l’apparato digerente.
Si è visto che il contatto di un gatto con la nepeta genera una successione di strani comportamenti: il gatto annusa la pianta (per l’olfatto umano le foglie hanno un odore molto simile a quello della menta), poi lecca le foglie e talvolta le mastica. In una terzo momento si strofina contro la pianta con il mento e le guance. Quindi ruota tutta la testa strofinando l’intero corpo contro la pianta, infine colpisce la pianta con la schiena.
Il tutto sembra dovuto a composti volatili chiamati nepetalattoni con potere inebriante e simili ad alcuni ferormoni presenti nell’urina dei maschi. Questi composti sono responsabili dell’effetto inebriante nei felini (anche le tigri ne subiscono un effetto psicoattivo).
E’ stato osservato che nell’urina dei gatti maschi, specie quando in amore, sono presenti sostanze ferormoniche simili in struttura ai nepetalattoni. E’ per questo motivo che i gatti reagiscono alla nepeta con comportamenti di natura sessuale.
Non solo i gatti ma anche i grandi felini come leoni, tigri, linci e leopardi possono essere sensibili a questa molecola, anche se non tutti gli esemplari: solo il 70-90% reagiscono alla sostanza. La sensibilità al nepetalattone è ereditata da un gene autosomico dominante ed è quindi una caratteristica genetica. Il nepetalattone chimicamente è un terpene, che mima l’effetto dei ferormoni felini. È stato osservato che nell’urina dei gatti maschi, specie quando sono in amore, sono presenti sostanze ferormoniche simili in struttura ai nepetalattoni: per questo motivo i gatti reagiscono alla nepeta con comportamenti di natura sessuale. La sostanza comunque non genera dipendenza: se i gatti hanno la possibilità di avvicinarsi alla pianta lo fanno anche tutti i giorni, ma in assenza di essa non mostrano comportamenti tali da far sospettare che ne sentano la mancanza.
Le foglie essiccate di nepeta sono solitamente inserite all’interno di cuscinetti e sono vendute come “vivacizzanti” per i nostri gatti.
Dove trovarla per coltivarla per il vostro gatto ? Sul sito cosedagatto.com trovate le bustine con i semi per la coltivazione di questa pianta.
Potrete così offrire questa erba fresca al vostro gatto, oppure essiccarla ed utilizzarla per i suoi giochi.
Un’altra erba psicoattiva per i gatti è la valeriana officinalis. In questo caso sono le radici ad attrarre i gatti.
Pianta medicinale utilizzata dall’uomo sin dall’antichità come sedativo, antispasmodico e blando narcotico, già nei secoli scorsi la valeriana veniva indicata come erba gattaia.
Sui gatti, però, non possiede le proprietà calmanti e narcotiche per cui è utilizzata dall’uomo, ma ha degli effetti opposti. Li risveglia e li stimola: viene infatti spesso utilizzata all’interno di giochi o tiragraffi per attirare i nostri felini domestici.
Alla base di giochi per gatti, la trovate tra l’altro nei giochi alla valeriana di cosedagatto.com.
I vostri gatti non sapranno resistergli !
Un’altra nota “erba dei gatti” è il maro (Teucrium marum L.), appartenente come la Nepeta cataria, alla famiglia delle Labiatae, una sorta di Mente.
Il nome scientifico deriva da Teucro, mitico re dei troiani, che secondo una leggenda avrebbe scoperto le virtù medicinali di questa pianta. Nell’antichità era usata come disinfettante e cicatrizzante sugli animali: l’aroma intenso infatti allontanava qualsiasi tipo d’insetto, rendendo più difficile l’insediamento di parassiti nelle ferite. I gatti ne sono molto attratti ed essa ha su di loro effetti eccitanti simili a quelli della nepeta, anche se più blandi.
Un’altra erba gattaia è la Dactylis glomerata, una specie erbacea della famiglia delle Poaceae (o Gramineae), ampiamente coltivata come pianta foraggera e conosciuta anche come erba mazzolina o pannocchina.
I gatti amano mangiarla per pulirsi stomaco ed intestino, anche se non sono i soli ad apprezzarla. A differenza delle altre erbe sopracitate, questa non ha effetti psicoattivi, ma è importante per il benessere del gatto casalingo tenerne un vaso in casa o sul balcone per evitare che, spinto dall’istinto di mangiare erba, ingerisca piante che potrebbero essere tossiche. Non è necessario utilizzare per forza questa varietà: di solito ai gatti piace anche l’avena o, comunque, più o meno qualunque tipo di graminacea è adatta allo scopo e gradita ai nostri amici.
Questa miscela di semi si trova in tutti i negozi per animali ed è utile lasciare sempre un vaso con questi germogli freschi, disponibili per il vostro gatto.
In Norvegia i gatti sono attratti da una differente specie di valeriana, la Valeriana sambucifolia; i gatti sono in grado di individuare le sue radici anche d’inverno nei campi liberi dalla neve.
I gatti giapponesi hanno una differente droga, le tenere foglie di una pianta chiamata matatabi (Actinidia polygama), che produce l’actinidina, un composto simili ai nepetalattoni. Il matatabi induce un effetto differente: i gatti, dopo averne masticate le foglie, si sdraiano sulla schiena, con le zampe all’insù, e stanno per un po’ di tempo immobili in questa posizione, in apparente e forse reale estasi.
Scrive Giorgio Samorini, ricercatore indipendente specializzato nell’etnobotanica: “Procurare al proprio gatto un’erba gattaia significa offrirgli la possibilità di rapportarsi con una pianta per lui ancestrale, di inebriarsi a suo piacere con una “droga” sana e naturale, senza il pericolo di indurre un’assuefazione cronica”.